Erotismo anale

23.03.2014 18:48

Psicoanalisi ed Educazione  nell’Infanzia

 

“L’EROTISMO  ANALE “

 

 

Freud, sottolinea più volte nell’ambito della sua teoria delle pulsioni l’importanza del movimento   che l’individuo deve compiere per passare dalla dipendenza all’autonomia.

Afferma che il corso dello sviluppo infantile porta ad un sempre più crescente distacco dalle figure genitoriali, e che il separarsi  e’ un compito che ognuno di noi si trova ad  affrontare comportando difficoltà che sono intrinseche ad ogni sviluppo fisico e psicologico.

La teoria psicoanalitica, sostiene che verso la fine dello stadio orale, il bambino ha già sviluppato un abbozzo della sua personalità.

La personalità "anale" consiste in atteggiamenti  rivolte a sé stesso e ad altre persone che lo circondano, dotata di meccanismi atti a raggiungere gratificazioni restando nell’ambito delle esigenze  della realtà e di interessi verso alcune attività e oggetti

Secondo il modello  stadiale,  in  un'età compresa fra i 18 e i 36 mesi circa, il primato orale cede il passo al primato anale.

In questo periodo gli interessi del bambino si spostano dalla zona orale a quella anale, in concomitanza con lo sviluppo fisico e l'acquisizione del controllo delle funzioni sfinteriche, l’ano diviene ad essere la localizzazione più importante dei desideri e delle gratificazioni a carattere sessuale.

Il bambino comincia a provare appagamento nel gestire i movimenti sfinterici in autonomia, e in essi trova il soddisfacimento delle pulsioni imparando così a sviluppare non solo una certa indipendenza ma anche l’autostima.

L’espulsione delle feci e la loro ritenzione, insieme alle feci stesse, diventano il centro dell’esperienza sessuale del piccolo e dei suoi più intensi interessi.

Il bambino, inoltre, prova interesse e piacere per i propri escrementi, tanto da considerarli talvolta come un dono da fare alla madre.

 Anche in questa fase, come in quella orale, il bambino può provare angoscia e frustrazione riconducibili al rapporto individuo/società: le istituzioni infatti, esigono  adeguamento alle norme e all'autocontrollo — in questo caso, i genitori esigono che il bambino si abitui ad utilizzare il vasino e a contenersi.

Secondo le teorie della psicoanalisi freudiana, l'incapacità di risolvere i conflitti in questa fase può portare allo sviluppo di una fissazione anale ritentiva o anale espulsiva.

Il cambiamento nella capacità di gestione degli sfinteri è il primo passo verso la gratificazione libidica (erotismo anale) e verso l'emergere di un carattere aggressivo (sadismo anale).

Il bisogno fisiologico di defecare crea una tensione che viene alleviata dalla successiva evacuazione. Tale stimolazione anale e la conseguente  riduzione della tensione, produce piacere. Come nello stadio orale, la zona erogena, oltre al piacere, porta però anche frustrazione e ansietà.

La società infatti, esige che l’espulsione involontaria venga sostituita  da un atto controllato, con conseguente frustrazione però di una gratificazione immediata.

 

 

 

 

 

Per un piccolo, ma importante aspetto, il bambino entra in conflitto con la società autoritaria adulta.

La fissazione può subentrare in questa fase nel caso in cui ci sia stata una eccessiva gratificazione erogena, favorendo lo sviluppo di una fissazione anale espulsiva che si ha in genere quando i genitori sono stati troppo permissivi nell'educazione.

 Il bambino potrebbe essere portato a defecare in luoghi non opportuni, o immediatamente prima o dopo essere stato posto sul vasino.
In futuro il carattere anale espulsivo potrebbe sviluppare una personalità adulta estremamente disordinata, crudele  e distruttiva, con tendenza alla manipolazione.

Viceversa, quando la gratificazione non sia stata soddisfacente, la fissazione sarà di tipo anale ritentiva e il bambino proverà piacere nel trattenere le feci a dispetto dell'educazione fornita dai genitori.

 Il carattere anale ritentivo è caratteristico di un adulto molto attento ai dettagli, parsimonioso, con un estremo senso del possesso, molto organizzato, e nello stesso tempo anche ossessionato per l'ordine e l'igiene, estremamente testardo e tendente all’ostinazione eccessiva.

Ciò che Winnicott  definisce  “buone cure materne”, ha  a che fare con la sincronia, o accordo, tra i bisogni e i comportamenti spontanei del bambino e le attività di chi si prende cura di lui.

Così, il piccolo può sentirsi onnipotente per il fatto che scopra di poter esaudire magicamente un suo desiderio,  in questo caso “ donare o tenere per se”, “ controllare la propria aggressività sadica o attaccare e distruggere sporcando”.

 Gradualmente, l’io del bambino prende a svilupparsi anche quando lo si gratifica in ritardo, quando interagisce con vari oggetti “ non-me” e scopre risorse proprie per interagire con il mondo.

L’ambiente di “ controllo”, insieme alla madre, offre una base sicura a questo processo minaccioso di realizzazione dell’io.

Va da sé, che quanto fortemente il bambino senta il conflitto e come egli si adatti alle richieste che gli vengono poste e’ influenzato da molte variabili, quali l’età’, l’atteggiamento rigido o rilassato della madre  riguardo  la defecazione, il controllo, la pulizia.

Se il training a tenersi pulito e’ particolarmente rigido,  prematuro  o troppo enfatizzato dai genitori, allora la defecazione può diventare per il bambino fonte di angoscia, che può venire generalizzata ad altre situazioni in cui vengono fatte richieste dall’autorità’ esterna  o nei casi in cui il bambino e’ chiamato a controllare i propri impulsi.

Alcuni bambini reagiscono ad un  training severo alla pulizia trattenendo le feci e diventando costipati, oppure defecando in tempi e luoghi inadatti.

Come reazione contro una richiesta a tenersi pulito in modo rigido, il bambino potrebbe diventare disordinato, sporco o irresponsabile. All’estremo opposto potrebbe diventare un adulto coercitivamente pulito, frugale ed estremamente controllato.

 Le lodi che giungono dal  contesto affettivo  per essere riuscito a  “tenersi pulito” possono creare un legame davvero significativo per la sua evoluzione, basato sul saper donare ( in questo caso le feci) e ricevere amore. Un’ esperienza simile potrebbe favorire la costruzione di  una personalità  generosa ed empatica in ambito relazionale.

Se la madre attribuisce un grande valore alle produzioni del suo bambino lo stimola a divenire creativo e produttivo, all’altro estremo si favorisce una condizione depressiva legata ad inevitabili sentimenti di perdita.

Un  bambino che  si trattiene dal cedere “ i suoi preziosi possedimenti “ fecali,  può sviluppare una personalità ritentiva ed avara; che si manifesterà anche nell’ossessione del collezionismo.

La tendenza a conservare il denaro, e insieme a compiacersi dello stesso come tale, ne e’

un esempio, sarebbe una diretta trasformazione della tendenza infantile a trattenere la materia fecale e a considerare con interesse le proprie feci.

 

 

Tali caratteristiche di personalità riflettono l’ambivalenza fra “ il dare e il trattenere per se”.

Freud, ha coniato il termine “ carattere anale “ per descrivere una persona metodica, a volte pedante ed ostinata.

Un individuo con tali caratteristiche, e’ indotto ad avere una visione distorta del mondo circostante, poiché tende invano a rendere ogni cosa ben definita, chiara e perfetta.

In ogni fase evolutiva di sviluppo, l’educatore dovrebbe “ permettere abbastanza ma non troppa gratificazione “ e sviluppare “ abbastanza ma non troppo autocontrollo”.

Se questo scopo viene  raggiunto in modo adeguato, il bambino svilupperà un Io più maturo plasmato attraverso il necessario controllo con la realtà.

L’erotismo legato alla zona anale, sembra scomparire con l’approssimarsi dell’ organizzazione sessuale adulta: una tale scomparsa costituisce anzi un condizione affinché l’organizzazione sessuale adulta si sviluppi normalmente.

 Tracce dell’erotismo anale infantile si possono tuttavia ritrovare anche nell’adulto normale

benché trasformate e spogliate del loro primitivo carattere sessuale.

Dott.ssa  Rita Caggegi- Psicologa-Psicoterapeuta  Supervisore Uscot — Università degli Studi  di  Torino   Facoltà di Scienze della Formazione Primaria

 

 

Bibliografia

-Trattato di Psicoanalisi (a cura di Antonio Alberto Semi)

-D. Winnicott  “ Sviluppo affettivo e ambiente”

-M. Klein “ Il nostro mondo adulto “